lunedì 19 ottobre 2009

Notte da solitario in Città

E' un venerdì sera di autunno inoltrato. Fà abbastanza freddo e oltretutto il turno lavorativo di oggi è stato massacrante. Cammino per la strada principale della cittadina in cui mi sono trasferito da poco. E' un caos. Un suono continuo di clacson mi fà vibrare i timpani e l'odore di smog quasi mi soffoca. I marciapiedi sono invasi da un esercito di gente stressata che si muove in tutte le direzioni urtandosi in continuazione. Da poco sono tornato a essere single e devo dire che la peggior sensazione di solitudine la provo proprio quando mi trovo nel bel mezzo della confusione cittadina. Circondato da tanta gente eppure isolato dalla società. Tanto per non affossarmi nel mio appartamento con paranoie e pensieri suicidi a carico decido che passerò la sera a gironzolare in cerca di un posto dove cenare e rilassarmi allo stesso tempo. Opto per un discreto ristorante cinese che sta giù per una laterale a destra della strada che sto percorrendo. Ciò che mi attrae del posto è il giusto compromesso tra visibilità dell'insegna luminosa e fastidio che essa da alla vista. Di istinto mi pulisco le scarpe sul tappettino presente all'uscio e solo dopo mi decido di entrare. Il locale è pieno di gente, quasi che la cucina orientale non sia mai passata di moda. Chiedo ad una cameriera sulla cinquantina e dagli occhi a mandorla se hanno posto a sedere per uno. Mi trova sistemazione su di un bel tavolino sessanta per sessanta non molto distante dalla cucina e mi lascia un listino. Ordino subito una birra grande. La birra che spesso viene servita nei ristoranti cinesi è una bionda chiara di gradi alcolici non superiori a cinque. Arrivata la birra fresca ordino anche del pollo ai funghi e un'altra birra grande. Non appena mi scolo l'ultimo goccio della prima bionda la cameriera mi appoggia sul tavolo il pollo e la seconda bionda.

"Sincronicità" esclamo.

La cinese và oltre sorridendo. Dubito che abbia capito cosa ho le detto.
Finite le pietanze (tra le quali includo anche la birra) ordino una pallina di gelato fritto. Con questo mi viene portato anche un liquore dolciastro.

"Tipico cinese" mi dice la cameriera.

Non è malaccio e ne butto giù un cinque bicchierini abbondanti. Stanco di aspettare il conto mi alzo e decido di pagarlo direttamente in cassa. Magari c'è solo questa opzione in questo ristorante... Sono un pochettino ubriaco e tra l'altro mi sta venendo una voglia immensa di farmi fare un pompino. Dopo aver pagato e lasciato la mancia alla giovane cinesina che sta alla cassa esco dal ristorante per buttarmi quasi nell'immediato in un bar. Entro in questo postaccio gestito da un ciccione sulla quarantina assieme alla sua compagna est europea non molto più giovane di lui. La tipa sembra na mezza zingara e in più l'odore di quello squallido posto non è certo dei migliori... E' come se sparsi per tutto il locale ci fossero dei cetriolini sottaceto andati a male. Mi vien quasi da trattenere il respiro. E poi il grassone è vestito veramente peggio di un vagabondo straccione. Però come coppia mi pare abbastanza indovinata. Nel senso che mi fanno schifo entrambi. Ordino un gin doppio senza ghiaccio e lo bevo tutto di un sorso stando in piedi al bancone. Pago e questa volta non lascio mance. Mi reimmetto nella via principale e non appena vedo un tram decido di salirci. E' il 20/. Scendo quando arriviamo alla fermata della zona industriale, praticamente in periferia. Qui non c'è niente di niente se non che sotto i lampioni che illuminano a giorno le strade ci stanno un sacco di battone. C'è un gran via vai di auto che caricano e scaricano queste donne mercificate all'estremo. Intravedo una di queste ancora libera. Mi avvicino a lei con passo lento. La fisso come fa un cane da caccia con la sua preda. E' una bella neretta sui venti. Magra. Tette belle piene e sode. Culo di marmo.

"Ciao bello"
"Ciao..."
"Per te solo trenta euro bocca e fica"
"Solo bocca quanto?"
"Venti euro"
"Senza preservativo?"
"Trenta"
"Come na scopata. Ok trenta... Orannamo dai!"
"Prima mi devi pagare"

Sgancio il grano. Questa mi prende per mano e ci avviamo verso un parcheggio non lontano dalla strada. Comincio a palparla dappertutto. Lei non fa una piega. Mi fa cenno di seguirla dietro un cassonetto. Appartati che siamo le tiro fuori le tette e ne lecco i capezzoli turgidi. Ho il cazzo che mi esplode. Lo tiro fuori e lei da esperta fa il resto. Dopo neanche dieci minuti sono già che mi pulisco con un fazzoletto di carta. Mi ha fatto un pompino strepitoso. Mi accorgo di esserle venuto sulle tette dal fatto che se le sta pulendo con una salviettina umida. Appena ha finito di pulirsi si alza in piedi e si rimette le poppe in sesto dentro al reggiseno. Le do un bacio sul collo e la accompagno vicino a dove l'ho trovata.

"Ciao bello... Torna a trovarmi"
"Contaci pure"

Vado alla fermata degli autobus e aspetto che la linea sette-bi mi prenda su. Non prendo il tram perchè questo autobus mi lascia praticamente davanti a casa. Il bus è vuoto se non per qualche sbandato che sale e che scende e che manco si accorge di me. Arrivato a casa salgo le scale del condominio ed entro nel mio tugurio di sette metri per sette. Siedo nella poltrona lacera che mi hanno dato in dotazione con l'abitazione. Accendo la TV e mi metto a guardare un porno di pessima qualità. Ma quando è che un porno è realmente di qualità? Mi sento uno schifo ma quel che è peggio è che non ne so il perchè. Nel frattempo le urla di piacere della protagonista del film mi aiutano a prendere il sonno... Che sia il bisogno di avere una donna accanto a me la causa delle mie paranoie? Boh... Per ora un'altra notte se ne è andata... E alla meno peggio anche.

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