mercoledì 14 ottobre 2009
Una serata qualsiasi
E' una calda sera estiva. Le strade seppur illuminate sono svuotate dal loro caos quotidiano. Sono in macchina e me ne sto andando al solito bar che frequento. Ma le intenzioni non sono le solite. Stasera è meglio non ubriacarsi perchè domani ho da essere in piena forma. E quando bevo lo faccio finchè non crollo a terra... Questo mi lascia KO per almeno due giorni e mi impedisce di fare le cose anche più basilari. Parcheggio e scendo dall'auto. Già intravedo i soliti personaggi che attendono un collega che giochi a carte finchè il barista lo permette. Questa volta il collega sono io. Nell'arco della serata cambio più volte compagno di squadra ma alla fine sono più le partite vinte che quelle perse. E' una serata fortunata per me. Bene. Per stasera mi accontento e adesso è ora di avviarsi verso casa. I tizi con cui ho giocato invece insistono perchè vada in giro con loro... Ma per me rimanere ancora fuori significa che finisco col tuffarmi nella movida cittadina e mi ubriaco fin mattina. E poi sti tizi si divertono a vedermi crollare sotto l'enorme peso della sbronza che inevitabilmente mi porta a fare un sacco di cazzate con la gente. Cercano un motivo per pigliarmi per il culo nei giorni successivi e magari dimenticare i loro pensieri e lo squallore delle loro misere vite. Come la mia del resto. Sono deciso. Me ne vado senza cacarli minimamente. Allora questi si offendono o magari si sentono sfidati e mi si mettono dietro per tentare di bloccarmi. Corro fino alla macchina. Riesco a salire. Non appena ingranata la marcia uno di quelli riesce a scoccarmi una manata sul cristallo posteriore. E' tardi per lui. Sono già partito. Conoscendo i tipi è probabile che si mettano ad aspettarmi davanti casa dato che involontariamente ho preso la strada più lunga per arrivarci. E' meglio andare a gironzolare un pò prima di tornare. Altra strada illuminata e deserta. Qualche pedone sulla corsia ciclabile che si trascina verso chissà dove... Mi fermo in un parcheggio per tre quarti vuoto. Qualche vecchio furgone qua e là mescolato ad utilitarie perfettamente accomodate tra le righe che delimitano i posti auto. Accendo la radio e sintonizzo su un canale dove danno sempre musica rock. Apro il finestrino e mi accendo una sigaretta. Un bel venticello scompiglia la scia di fumo blu che sale dalla mia Camel. Tutto sommato si sta bene.
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