giovedì 1 aprile 2010

La vita di Robert

Robert è un uomo. Non è più giovanissimo ma non si può neanche dire che è vecchio. Non è molto alto però compensa con un fisico robusto. Robert porta la barba incolta. Ha gli occhi neri come il catrame e la carnagione olivastra. Robert è un duro. Pochi amici e una storia ormai passata con una bionda. Lei si chiama Jena. E Jena ha congelato il cuore di Robert. Per sempre. Sì perchè se la faceva con chiunque le capitasse a tiro e Robert ci ha messo troppo a capirlo. Non tanto tempo. Troppo. Perchè ormai Robert si era innammorato. E lo è ancora oggi. Robert al mattino dorme. Si sveglia sempre dopo mezzogiorno. La sua colazione è fatta di caffè lungo corretto con liquore fatto in casa. Robert sa preparare un ottimo distillato di vino. Fuma. Sono decenni che fuma solo Camel. Un tempo faceva il poliziotto ma un'indagine più grande di lui lo ha costretto a mollare. Ora fa il detective privato. Molti dei suoi lavori riguardano mogli che tradiscono i mariti e mariti che tradiscono le mogli. Alcune sue indagini riguardano casi di eredità mal-intestate. Ora segue un solo caso. Una madre disperata gli ha chiesto di scoprire se il figlio si droga. Robert è riuscito a scoprire di più. Un grosso giro di eroina. Di quell'eroina che nasce in Afghanistan, passa per i Balcani e viene smerciata in tutto il mondo. Un gruppo di trafficanti internazionale sospetta di lui. E non lo vogliono più tra i piedi. Ma Robert è un duro e per questo non molla mai. Robert non ama fare a pugni. Robert è abilissimo con gli esplosivi. Robert ha una laurea in chimica. In passato ha ucciso. Ma non prova rimorsi. Un malvivente di bassa categoria è rimasto vittima di un suo ordigno. "Uno stronzo in meno" ha pensato. Robert ha bisogno di una donna. Non una di quelle puttane che si scopa di solito. Una donna vera. Ma Robert non lo vuole ammettere. A nessuno. E allora si ubriaca. Lo fa spesso. Ma regge. Robert non perde mai il controllo di se quando è ubriaco. Robert ha un dubbio. Non sa quanto ancora vivrà. Forse tutti si pongono questo interrogativo. Non sa se morirà a causa dell'alcool o se per via del lavoro che fa. Ma Robert non si preoccupa. Finchè sarà in vita contribuirà a modo suo al bene della società. Anche se Robert pensa che la gente non meriti tanto. Ma Robert è parte del mondo. E questo lo fa andare avanti. Ogni giorno. Sempre.

lunedì 15 marzo 2010

Una Giornata Fortunata

E' una bella mattina di quasi primavera. I raggi del sole entrano dalle fessure della tapparella e mi stimolano a svegliarmi prima del solito. Sono già più di due mesi che non bevo ed è quasi come se non fossi mai stato un ubriacone che viveva ai margini della società. E ho anche meno problemi ad alzarmi la mattina. Un vero venticinquenne insomma. Sono nuovamente senza un lavoro ma in compenso con l'università sto andando alla grande. Vado a farmi una doccia. Esco e vado in bar. Ma non certo per ubriacarmi. Ho voglia di investire un deca su una nuova slot machine che sembra essere tirchia nel pagare i contribuenti. Ma per legge queste macchine devono erogare il settanta percento di quello che ricevono anche se non è definito un tempo per il quale questo deve avvenire. Gioco un euro alla volta... Con calma! Al settimo euro lo schermo della mangiamonete mi avvisa che ho vinto un bel cinquantone. Continuo a giocare. La bastarda si sta sbloccando. Accumulo piccole vincite. Al timeout, tempo per il quale la macchina eroga la vincita e stoppa la partita, mi vedo scendere una cascata di monete da un euro. Totale: ottantacinque monete che provvedo a farmi cambiare in banconote alla cassa del bar. Sono soddisfatto. Decido di sfidare la fortuna e mi avvio verso un altro bar che ha una slot identica a quella che mi ha appena pagato. Un bel bar... Non uno dei soliti cessi che frequentavo. Non appena entro scorgo al banco una figura familiare. E' stata la prima ragazza con cui ho fatto sesso ancora dieci anni fa. E' una bella mora, più alta di me, seno abbondante e nel complesso formosa ma ben ripartita. Solo a vederla mi si rizza il cazzo. Il nome forse lascia un pò a desiderare per una venticinquenne: Maria.

-Ciao... Ma da quanto tempo che non ci si vede.
-Eh già... Non sei cambiata affatto. Ma dove sei finita che non ti ho più vista in giro?
-Mi sono trasferita, ma non lo sapevi?
-A dire il vero non sò più da un pezzo quello che mi succede attorno...
-Ma che stai dicendo?
-Lascia perdere. Posso offrirti qualcosa?
-Ho appena fatto colazione...
-Sai che ora vivo da solo? Se ti va possiamo andare a farci un drink a casa mia...
-Hai già una casa tua? Ma che lavoro fai?
-A dire il vero lavoro saltuariamente e contemporaneamente sto completando l'ultimo anno di università. E la casa non è mia... E' un appartamento studentesco in affitto. Ma i miei co-inquillini se ne sono andati e ora sono solo per altri due mesi. Te che fai?
-Io mi sono già laureata in giurisprudenza e ora faccio il tirocinio per diventare un avvocato civile a tutti gli effetti.
-Wow... L'ho sempre detto che sei una donna che può fare tutto nella vita.
-...
-...
-Ok. Vengo a vedere l'appartamento. Ma non farti strane idee.
-Ma di che stai parlando?
-Lo sai di cosa parlo...

Facciamo la strada a piedi e nel frattempo chiaccheriamo del più e del meno, dei vecchi tempi, della vita in geere. Salendo le scale del condominio azzardo e le metto il braccio attorno alla vita. Non fà una piega. Ormai è fatta penso. Ho il cazzo mi sta per esplodere e si vede. Non appena apro la porta la butto sul divano e non trovando resistenza mi do da fare. Questa storia finisce con una delle più belle chiavate che mi son fatto in tutta la mia vita da un quarto di secolo.

domenica 14 marzo 2010

Azzardo, scommesse e... ancora scommesse!

E' domenica. L'anno 2000 è passato da un pezzo. Apro gli occhi che ormai la sveglia segna le due del pomeriggio. Il pensiero che faccio è ormai un classico: se mi alzo troppo in fretta allora è sicuro che vomito! Del resto con tutto quello che ho buttato giù ieri (credo di avere anche fumato qualcosa... ma non so cosa) sarà difficile avere un risveglio morbido. Ciclicità di un giovane single. Si esce, ci si ubriaca, si prova a rimorchiare qualche facile ragazza, si viene rifiutati perchè si è sbronzi, ci si butta ulteriormente sul drink e ad un certo punto non si sa più cosa si sta facendo. E finisco a combinare i soliti casini che poi mi tengono in paranoia totale per una settimana, spingendomi sull'orlo di una crisi maniaco depressiva. Esco. Mi dirigo al solito bar. In qualsiasi postaccio di questi trovi quelle coloratissime slot machines che vanno a monete da un euro. Ne cambio cinque e li gioco sperando che compaiano quei maledetti e desideratissimi "Lucky Bonus" che ti fanno vincere almeno un centone, anche se solitamente i centoni che porti a casa arrivano anche a sei. In realtà quei cinque euri non ti fanno vincere un niente di niente tanto che ne cambio altri dieci. E qui puoi succedere che vai a casa con un cinquantone oppure con nulla. Non sono fortunato con queste cazzo di cose. Vado al banco e ordino una birra. Me la cavo meglio a bere, questo è sicuro. Neanche farlo apposta un tipo che solo a guardarlo ti sta sulle palle mette un euro nella slot dove giocavi tu: un paio di colpi e di euro se ne porta via settanta. In quell'istante vorresti aprirgli il cranio a colpi di sgabello. Ma devo contenermi. Non è il caso di fare altre brutte figure e ancora di più non è il caso di crearmi ulteriori casini. Meglio cambiare aria e sbollire in modi meno vistosi... Salgo in auto e mi dirigo al più vicino centro scommesse. L'Italia di oggi è piena zeppa di questi betting-point tanto che si ha l'imbarazzo della scelta sulle società che li gestiscono. Dentro questi postacci trovi la più squallida fetta della grande torta-società: scommettitori indebitati fino al collo, ubriaconi in cerca di una rivincita con la vita, malati di gioco ormai incurabili, criminali che re-investono i proventi delle loro attività illecite, immigrati clandestini che ci credono fino alla fine alla possibilità di farsi una vita migliore, giovincelli inconsapevoli del vizio che si stanno per prendere sulle spalle e che inevitabilmente finirà col gravare sulle spalle di chi li ha cresciuti, gente radiata da ogni bar e da ogni fetido club per la loro indole eccessivamente aggressiva, neri incazzati perchè a detta loro il mondo è deviato e sempre più razzista e altro, altro, altro ancora. Mi faccio strada tra la giungla multiculturale che affolla lo stabile e mi prendo un foglio con i pronostici. In meno di cinque minuti so con chiarezza cosa vale la pena di giocare. O almeno credo di pensare giusto. Investo su due schedine calcistiche combinate da cinque euro l'una e gioco gli ultimi due euro che trovo in tasca nelle solite slot che non possono certo mancare in un posto simile. I due euro sono belli che persi dopo neanche trenta secondi... Le schedine non lo so. Devo aspettare che giochino le partite. A oggi il mio rapporto vincite/sconfitte è prossimo allo zero. Sì perchè ho vinto un paio di volte una ventina di euro. Di contro ho scommesso su centinaia di schedine combinate senza mai ottenere un centesimo.

Scommesse infami. Vita infame. Società infame. Persone infami. Sistema infame. Oppure devo dare la colpa di tutto all'umanità intera e all'inevitabile mania di volere sempre più di quanto si può ottenere? Non c'è una risposta precisa. Fatto sta che questa corsa, tra l'altro persa già in partenza, non fa altro che inpoverire chi già ha poco e arricchisce chi ha ormai troppo. Certo che ogni tanto accade quello che viene definito "miracolo". Ma la statistica insegna che in questi casi c'è sempre quella possibilità su un milione. Peccato non tocchi mai a me.

giovedì 11 marzo 2010

Salvezza?

Ogni giorno quando mi alzo vivo un incubo. Dopo essermi finalmente rilassato nel sonno di nuovo devo ricominciare ad affrontare il mondo e tutte le conseguenze negative che si porta appresso. Mi guardo allo specchio. E' la prima cosa che faccio in questi ultimi cinque anni. Non sono un brutto ragazzo ma la mia è una bellezza stupida. Direi quasi senza personalità. E' da un pò che non frequento i corsi all'università e non lo faccio per per pigrizia ma perchè buona parte degli insegnanti non insegna realmente. Si limitano a seguire un testo o delle dispense da loro fornite. Mi pare di osservare un omino meccanico per il più delle volte. E allora perchè non mi posso svegliare alle nove invece che alle sette e studiare in biblioteca comunale? Infatti da un bel pezzo dormo due ore in più. Ho scelto di studiare Fisica perchè la natura mi ha sempre incuriosito e affascinato. E alla fine son finito a studiare i materali e le loro applicazioni industriali (e quindi più lucrose). E' piacevole ma non è certo nobile. Non mi lamento... ma se ci rifletto ci soffro un pochino. Un mio pregio? Non ho difficoltà di apprendimento. Diciamo solo che le mie difficoltà sono del tutto sociali. Mi innamoro spesso di ragazze che a definirle delle battone è ancora poco. Le ragazze per bene non mi attraggono. Mi piacciono le donne libere e infedeli. Non ho amici o meglio gli amici che ho sono scarsamente così definibili. Faccio di tutto per non bere e la cosa che più mi sta rovinando la vita è l'alcool. Ma a lui devo attribuire la maggior parte delle mie intuizioni geniali nel complesso campo della Fisica Quantistica. Se mi trovano i miei pseudoamici in un momento in cui ho una mezza intenzione di smettere di bere state sicuri che se mai ritorno a casa arrivo che sono un relitto. Robe da non stare in piedi. Il più delle volte mi addormento in auto in qualche parcheggio tranquillo. Tranquillo lo credo solo io perchè ormai i parcheggi pubblici sono frequentatissimi da rapinatori di terza categoria ovvero quei gruppi di sbandati che ti ammazzano di botte per 50 euro o che ti accoltellano per il cellulare. Eppure a volte basta semplicemente chiedere. Un altro vizio che mi sta massacrando è quello del poker. Con qualche lavoretto in nero che non sto qui a specificare riesco sempre a tirarmi su qualche gruzzolo di €uri ogni settimana. Tutti in biglietti da 10 e da 20. Quasi la metà di questi vanno a finire in poker. Il resto in alcool e sigarette. Faccio anche benzina alla mia vecchia auto del '93. Sono davvero poche le volte in cui vinco al maledetto Texas-Hold-Em. Se non erro mi avvicino alla vincita quando sono parzialmente sobrio (o parzialmente ubriaco, è la stessa cosa). Forse dovrei eliminare l'alcool? Tipica domanda con risposta secca. Poi penso che tra un anno, ormai si presume laureato, dovrei essere in grado di risolvere parte dei problemi di una multinazionale della produzione di materiali. Non ci crede nessuno? Il bello è che la risposta in questo caso è sì. E quello che più amo è dimostrare agli altri che hanno torto nei miei confronti. Sempre. Sarà questo ciò che mi salverà?

martedì 24 novembre 2009

Tecniche di tortura medioevale nell'Italia del dopo 2000

(Lettura consigliata ad un pubblico adulto ed esente da cardiopatie).

Italia anno 2009. Da quasi un decennio si è passato il confine tra il secolo delle scoperte più significative per noi oggi e il secolo che sembrava promettere una rapida evoluzione tecnologica e sociale della popolazione mondiale. Confine segnato proprio dal numero 2000. Tanto che con 2000 si etichettavano tutte le visioni futuristiche degli anni del secolo scorso. Oggi però sembra di scorgere un'inversione di tendenza. Sembra che si stia regredendo invece di proiettarsi nel futuro ormai prossimo. Basta vedere ad esempio alcuni fatti di cronaca nera italiana. Esempio: Una persona civile che si immagina una rapina in casa pensa a due tizi con passamontagna armati di pistola che si introducono in una abitazione, puntano l'arma al padrone di casa per farsi consegnare tutti gli oggetti di valore e sparano ad una gamba solo se le cose si mettono veramente male. Questa poteva infatti essere una rapina moderna già negli anni '90. Invece oggi le rapine in casa sono ben diverse. Innanzi tutto sono commesse nella stragrande maggioranza dei casi da persone non italiane. Per lo più rumeni e albanesi che culturalmente sono simili agli italiani di 150 anni fà. Simili ma non identici. Una rapina commessa da loro molto spesso è simile ad una tortura medioevale. Gli italiani 150 anni fà potevano essere socio-culturalmente "indietro" ma non tanto da sviluppare forme di violenza animalesche. Per mostrare la cruenza insita in certe "etnie" basta prendere come esempio la sequenza di fatti che hanno portato alla morte il povero Bertolomeo Casparrino vittima di una violenza inaudita di altri tempi. Bartolomeo è un bidello che in 27 anni di lavoro ha messo da parte un gruzzolo di 50 mila euro in contanti, più o meno un risparmio di 1850 euro l'anno su un totale di circa 10 mila netti che prende un collaboratore scolastico. Sposato e successivamente separato, con figli, ora vive con la madre 70 enne. Un bel giorno conosce una donna romena con la quale instaura una relazione saltuaria. Alla donna confessa di avere davanti solo altri 3 anni di lavoro per poi andare in pensione e godersi il gruzzolo che ha messo da parte. In realtà sarà proprio questa confessione che costerà la vita a Bartolomeo. Infatti la notte dell'11 agosto 2009 una squadra di individui (verranno arrestate 8 persone in tutto) entra in casa di Bartolomeo da un'ingresso sul retro. Dopo aver immobilizzato la madre fanno lo stesso con lui. Inoltre lo denudano. Perchè essere contemporaneamente nudo, legato e circondato da assassini è la stessa sensazione che prova un verme impotente di fronte ad un gruppo di corvi affamati. E questo di sicuro costringe Bartolomeo a parlare. Non basta questo. Lo riempiono di percosse. Ovunque. Tanti, troppi contro uno. Urla. Come può non urlare? Paura, dolore, impotenza... Come non urlare? La madre che vede il suo unico figlio messo in quelle condizioni dice alla banda di vigliacchi dove possono trovare 5 mila euro. Ancora non basta. Per i bastardi rumeni Bartolomeo deve morire... E così fanno! Dopo altre percosse lo soffocano in modo che non possa più godere dei soldi che non sono riusciti a rubargli. E così in quello stesso istante dei figli rimangono orfani del padre, una madre rimane sola e una vita viene finita per sempre e in modo orribile per colpa di un gruppo di animali che nulla hanno in comune con l'essere umano. E questo è solo un fatto. Se torniamo all'estate 2007 chi non ricorda il delitto di Gorgo al Monticano? In quella pessima occasione alle vittime, due anziani custodi, sono stati tolti gli occhi a vivo e spappolati i genitali con uno scalpello da due albanesi. La ferocità fu tale che le bestie si scagliarono anche sui corpi ormai senza vita dei due vecchi. Il basista del gruppo era un rumeno. Non a caso... Il bottino della rapina? 20 euro. Un caso più quotidiano riguarda la morte di Cucchi. Del resto è facile per tre guardie carcerarie prendersela contro un tossicodipendente di 40 kg. E picchiarlo finchè non muore... E gli italiani che pensano di tutto questo? A sinistra cresce l'intolleranza verso le forze dell'ordine... Tra i comuni cittadini (sia di destra che di sinistra) cresce il senso di insicurezza e la xenofobia. Crescono gli atti di razzismo contro stranieri per lo più onesti e che lavorano. Cresce l'intolleranza verso gli stranieri che si comportano con quel modo di fare da cafoni e da bulli. Crescono i gruppi di giovani italiani che si aggregano per andare in giro a ripulire le strade italiane dalla feccia straniera che le infesta (per lo più se la prendono con gli est europei). E' normale? Non è normale? L'unica cosa che posso dire è che l'anno 2000 assomiglia ad uno specchio che riflette il passato. E pensare che doveva essere un tunnel che ci teletrasportava nel futuro. O il futuro è questo? Mi auguro che la situazione migliori entro un decennio... E la classe dirigente che fà? Dorme dinanzi a tutto ciò?

lunedì 26 ottobre 2009

Quando la Mafia non fà più la Guerra con l'Italia

Nei primi anni novantanta appena dopo i maxiprocessi a Cosa Nostra comincia una vera e propria guerra fatta dalla mafia allo stato italiano. Dopo l'introduzione dell'articolo 41 bis che induriva il carcere per i reati di mafia, iniziò una stagione di ritorsioni terroristiche con la strage di via dei Georgofili a Firenze, la strage al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano e i tre attentati di Roma dei quali l'ultimo fallì. I più famosi restano comunque le stragi di Capaci e di via d'Amelio nelle quali hanno perso la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro scorte. Le richieste che la mafia fà allo stato italiano sono semplici e sono contenute in breve e chiaro nel famoso papello. Ora come ora sono passati più di dieci anni dall'ultimo attacco di mafia il che non può far altro che pensare a due cose. O la mafia non esiste più e il fenomeno si è concluso con l'arresto di Riina prima e di Provenzano poi. Oppure qualcuno delle alte sfere ha chiaramente soddisfatto alcune delle richieste del papello e la mafia può quindi stare in pace e lavorare senza il suo storico braccio armato. Se consideriamo che molti politici facenti parte della coalizione che vinse le elezioni nel novantaquattro furono poi condannati per concorso esterno in associazione mafiosa e simili, mi vien da pensare che effettivamente in parlamento ci sia chi fà il gioco dell'associazione a delinquere più famosa del mondo. O dobbiamo ancora una volta negare anche queste chiare ed ovvie evidenze?

venerdì 23 ottobre 2009

Giorg non ha più Paura

Giorg è un tizio tra i più agitati, ansiosi e paurosi del pianeta. Basta che una sconosciuta si metta a fissarlo con aria seria quando è seduto in autobus che comincia a sudare e a muoversi tutto. Quando sostiene un esame all'università passa tutto il giorno prima, il giorno stesso e il giorno seguente con il mal di testa tanto è agitato. La notte non dorme serenamente perchè ogni rumore che sente lo fa sobbalzare. Perà Giorg è anche un tipo che pensa molto e a son di vaneggi sembra che sia riuscito a trovare una cura al suo male. Il tutto consiste nel passare la maggior parte della giornata ubriaco. Non tanto ubriaco da non reggersi in piedi ma quanto basta per sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Però un pivello del suo calibro non è in grado di dosare le emozioni e non appena è brillo comincia a trasformare tutta la sua paura e tutto il suo nervoso in aggressività. Eccola lì la seconda faccia di Giorg. Barcollante, offensivo, attaccabrighe e soprattutto spavaldo ad un livello insopportabile. Ovviamente questo suo atteggiamento "nuovo" lo ha cacciato molto spesso nei guai, anzi, troppo spesso. Sta perdendo molte amicizie e la pancia cresce a dismisura. Le ragazze fuggono da lui tanto è fastidioso. Una mattina si sveglia dopo una sbronza più forte del solito e si rende conto nel suo malessere generale che sta provando a causa del critico post-sbornia che così in queste condizioni non può andare avanti. Si alza dal letto e in quello lo prende uno svarione che lo fa cadere a terra. Si rialza e viene preso da un senso di nausea. Raggiunge il cesso e riempie la tazza del water di vomito. Comincia a ripetersi in mente che la sua vita deve cambiare, che così non può che peggiorare tutto... Allora si ficca nella zucca due obbiettivi:

-Smettere di bere totalmente, manco più na birra. Almeno finchè non impara a controllarsi di più.

-Diventare più coraggioso.

Ovviamente per un tipo come Giorg non è facile tenere fede alle promesse fatte. Neanche a se stesso. Però dopo un brancollare tra luce e buio, luce e buio, luce e buio riesce finalmente ad evitare l'alcool e i suoi derivati per ben due settimane consecutive. La sua vita comincia a tornare più o meno quella pre-alcolismo e anche l'ansia sembra manifestarsi nuovamente. Poi però ad un certo punto della sua vita avviene la svolta. Da qualche parte ha letto di un tizio che per vincere le proprie inquietudini legate allo stare in società si immagina completamente nuda la gente che si ritrova davanti. Chiunque sia la persona che si pone tra sto tizio e il mondo lui la immagina nuda e in qualche misura questo lo rendo molto tranquillo.

Giorg comincia con l'immaginare il suo prof. di fisica completamente nudo. A lezione. In laboratorio. All'esame scritto. All'esame orale gli vien quasi da ridere quando si immagina sto ometto basso e panciuto che con aria minacciosa gli chiede di dimostrare teoremi sull'energia e relatività galileiana. Al suo turno di interrogazione Giorg continua a non dare importanza al prof. nonostante le domande si facciano assai difficoltose. Questo gli dà una maggiore sicurezza che a sua volta gli permette di superare l'esame. E via così... Per Giorg è l'inizio una nuova vita. Dopo alcuni mesi chiunque lo incontra nota il cambiamento nella sua personalità. Non teme più le persone come un tempo e quando si ubriaca risulta particolarmente simpatico. Ebbene sì... Giorg non abbandona l'acool ma lo assume semplicemente con più filosofia. Riesce persino a trovarsi un tocco di fica che per di più è anche abbastanza seria da non farglii crescere chissà quante paia di corna in testa. Tutto è bene se e quando finisce bene. Peccato però che questa sia solo una storia trovata scritta sul muro di un cesso di un autogrill che ho semplicemente scopiazzato. Probabilmente Giorg non esiste e poi Giorg... Che razza di nome è? Un diminutivo di Giorgio forse? Ma può anche essere che mi sbagli. Giorg, tu cosa ne pensi?

lunedì 19 ottobre 2009

Notte da solitario in Città

E' un venerdì sera di autunno inoltrato. Fà abbastanza freddo e oltretutto il turno lavorativo di oggi è stato massacrante. Cammino per la strada principale della cittadina in cui mi sono trasferito da poco. E' un caos. Un suono continuo di clacson mi fà vibrare i timpani e l'odore di smog quasi mi soffoca. I marciapiedi sono invasi da un esercito di gente stressata che si muove in tutte le direzioni urtandosi in continuazione. Da poco sono tornato a essere single e devo dire che la peggior sensazione di solitudine la provo proprio quando mi trovo nel bel mezzo della confusione cittadina. Circondato da tanta gente eppure isolato dalla società. Tanto per non affossarmi nel mio appartamento con paranoie e pensieri suicidi a carico decido che passerò la sera a gironzolare in cerca di un posto dove cenare e rilassarmi allo stesso tempo. Opto per un discreto ristorante cinese che sta giù per una laterale a destra della strada che sto percorrendo. Ciò che mi attrae del posto è il giusto compromesso tra visibilità dell'insegna luminosa e fastidio che essa da alla vista. Di istinto mi pulisco le scarpe sul tappettino presente all'uscio e solo dopo mi decido di entrare. Il locale è pieno di gente, quasi che la cucina orientale non sia mai passata di moda. Chiedo ad una cameriera sulla cinquantina e dagli occhi a mandorla se hanno posto a sedere per uno. Mi trova sistemazione su di un bel tavolino sessanta per sessanta non molto distante dalla cucina e mi lascia un listino. Ordino subito una birra grande. La birra che spesso viene servita nei ristoranti cinesi è una bionda chiara di gradi alcolici non superiori a cinque. Arrivata la birra fresca ordino anche del pollo ai funghi e un'altra birra grande. Non appena mi scolo l'ultimo goccio della prima bionda la cameriera mi appoggia sul tavolo il pollo e la seconda bionda.

"Sincronicità" esclamo.

La cinese và oltre sorridendo. Dubito che abbia capito cosa ho le detto.
Finite le pietanze (tra le quali includo anche la birra) ordino una pallina di gelato fritto. Con questo mi viene portato anche un liquore dolciastro.

"Tipico cinese" mi dice la cameriera.

Non è malaccio e ne butto giù un cinque bicchierini abbondanti. Stanco di aspettare il conto mi alzo e decido di pagarlo direttamente in cassa. Magari c'è solo questa opzione in questo ristorante... Sono un pochettino ubriaco e tra l'altro mi sta venendo una voglia immensa di farmi fare un pompino. Dopo aver pagato e lasciato la mancia alla giovane cinesina che sta alla cassa esco dal ristorante per buttarmi quasi nell'immediato in un bar. Entro in questo postaccio gestito da un ciccione sulla quarantina assieme alla sua compagna est europea non molto più giovane di lui. La tipa sembra na mezza zingara e in più l'odore di quello squallido posto non è certo dei migliori... E' come se sparsi per tutto il locale ci fossero dei cetriolini sottaceto andati a male. Mi vien quasi da trattenere il respiro. E poi il grassone è vestito veramente peggio di un vagabondo straccione. Però come coppia mi pare abbastanza indovinata. Nel senso che mi fanno schifo entrambi. Ordino un gin doppio senza ghiaccio e lo bevo tutto di un sorso stando in piedi al bancone. Pago e questa volta non lascio mance. Mi reimmetto nella via principale e non appena vedo un tram decido di salirci. E' il 20/. Scendo quando arriviamo alla fermata della zona industriale, praticamente in periferia. Qui non c'è niente di niente se non che sotto i lampioni che illuminano a giorno le strade ci stanno un sacco di battone. C'è un gran via vai di auto che caricano e scaricano queste donne mercificate all'estremo. Intravedo una di queste ancora libera. Mi avvicino a lei con passo lento. La fisso come fa un cane da caccia con la sua preda. E' una bella neretta sui venti. Magra. Tette belle piene e sode. Culo di marmo.

"Ciao bello"
"Ciao..."
"Per te solo trenta euro bocca e fica"
"Solo bocca quanto?"
"Venti euro"
"Senza preservativo?"
"Trenta"
"Come na scopata. Ok trenta... Orannamo dai!"
"Prima mi devi pagare"

Sgancio il grano. Questa mi prende per mano e ci avviamo verso un parcheggio non lontano dalla strada. Comincio a palparla dappertutto. Lei non fa una piega. Mi fa cenno di seguirla dietro un cassonetto. Appartati che siamo le tiro fuori le tette e ne lecco i capezzoli turgidi. Ho il cazzo che mi esplode. Lo tiro fuori e lei da esperta fa il resto. Dopo neanche dieci minuti sono già che mi pulisco con un fazzoletto di carta. Mi ha fatto un pompino strepitoso. Mi accorgo di esserle venuto sulle tette dal fatto che se le sta pulendo con una salviettina umida. Appena ha finito di pulirsi si alza in piedi e si rimette le poppe in sesto dentro al reggiseno. Le do un bacio sul collo e la accompagno vicino a dove l'ho trovata.

"Ciao bello... Torna a trovarmi"
"Contaci pure"

Vado alla fermata degli autobus e aspetto che la linea sette-bi mi prenda su. Non prendo il tram perchè questo autobus mi lascia praticamente davanti a casa. Il bus è vuoto se non per qualche sbandato che sale e che scende e che manco si accorge di me. Arrivato a casa salgo le scale del condominio ed entro nel mio tugurio di sette metri per sette. Siedo nella poltrona lacera che mi hanno dato in dotazione con l'abitazione. Accendo la TV e mi metto a guardare un porno di pessima qualità. Ma quando è che un porno è realmente di qualità? Mi sento uno schifo ma quel che è peggio è che non ne so il perchè. Nel frattempo le urla di piacere della protagonista del film mi aiutano a prendere il sonno... Che sia il bisogno di avere una donna accanto a me la causa delle mie paranoie? Boh... Per ora un'altra notte se ne è andata... E alla meno peggio anche.

mercoledì 14 ottobre 2009

Una serata qualsiasi

E' una calda sera estiva. Le strade seppur illuminate sono svuotate dal loro caos quotidiano. Sono in macchina e me ne sto andando al solito bar che frequento. Ma le intenzioni non sono le solite. Stasera è meglio non ubriacarsi perchè domani ho da essere in piena forma. E quando bevo lo faccio finchè non crollo a terra... Questo mi lascia KO per almeno due giorni e mi impedisce di fare le cose anche più basilari. Parcheggio e scendo dall'auto. Già intravedo i soliti personaggi che attendono un collega che giochi a carte finchè il barista lo permette. Questa volta il collega sono io. Nell'arco della serata cambio più volte compagno di squadra ma alla fine sono più le partite vinte che quelle perse. E' una serata fortunata per me. Bene. Per stasera mi accontento e adesso è ora di avviarsi verso casa. I tizi con cui ho giocato invece insistono perchè vada in giro con loro... Ma per me rimanere ancora fuori significa che finisco col tuffarmi nella movida cittadina e mi ubriaco fin mattina. E poi sti tizi si divertono a vedermi crollare sotto l'enorme peso della sbronza che inevitabilmente mi porta a fare un sacco di cazzate con la gente. Cercano un motivo per pigliarmi per il culo nei giorni successivi e magari dimenticare i loro pensieri e lo squallore delle loro misere vite. Come la mia del resto. Sono deciso. Me ne vado senza cacarli minimamente. Allora questi si offendono o magari si sentono sfidati e mi si mettono dietro per tentare di bloccarmi. Corro fino alla macchina. Riesco a salire. Non appena ingranata la marcia uno di quelli riesce a scoccarmi una manata sul cristallo posteriore. E' tardi per lui. Sono già partito. Conoscendo i tipi è probabile che si mettano ad aspettarmi davanti casa dato che involontariamente ho preso la strada più lunga per arrivarci. E' meglio andare a gironzolare un pò prima di tornare. Altra strada illuminata e deserta. Qualche pedone sulla corsia ciclabile che si trascina verso chissà dove... Mi fermo in un parcheggio per tre quarti vuoto. Qualche vecchio furgone qua e là mescolato ad utilitarie perfettamente accomodate tra le righe che delimitano i posti auto. Accendo la radio e sintonizzo su un canale dove danno sempre musica rock. Apro il finestrino e mi accendo una sigaretta. Un bel venticello scompiglia la scia di fumo blu che sale dalla mia Camel. Tutto sommato si sta bene.

martedì 13 ottobre 2009

L'Italia dei Bravi

I dizionari italiani riferiscono il termine "bravata" a quello di "bravàccio" cioè a quello di persona prepotente che si vanta esageratamente di sè e di qualità che non sempre possiede.

Questo ci porta allla mente il ricordo dei "bravi" seicenteschi citati nei Promessi Sposi di Manzoni, individui assoldati per essere il braccio armato dell'oppressivo potere locale.
Il compito dei bravi era quello di garantire che nel territorio del padrone il volere di chi comandava fosse rispettato dai contadini a lui sottoposti, con le buone o con le cattive.

In un'epoca in cui il Feudalesimo è il sistema politico europeo dominante non c'è da stupirsi della presenza di questi loschi figuri. Tale sistema è costituito a piramide: in cima troviamo una carica di alto rango (re, imperatore, ecclesiastico) che dà in gestione dei territori di sua proprietà ad un vassallo che a sua volta suddivide il controllo della proprietà a più valvassori. Alla fine poi chi realmente lavora tali terreni sono i contadini e i servi della gleba che in cambio devono versare il fitto per la coltivazione dei fondi più le decime (corrispndenti a 1/10 del raccolto totale) nel caso che il proprietario sia un uomo del clero. Se queste regole non vengono osservate intervengono i bravi e sistemano le cose a modo loro.

Il feudalesimo europeo si conclude definitivamente (?) attorno al XX secolo.

Potrei terminare qui se non ci fossero elementi che fanno pensare ad un feudalesimo moderno tutto Italiano... Per cui procedo!

Ogni anno i cittadini italiani vedono mediamente il 45% dei loro stipendi detratti per il pagamento di tasse. Fin qui nulla di strano se paragoniamo questo valore a quello medio europeo che si aggira intorno al 50%... Il problema sorge quando ad esempio per necessità si deve fare una visita medica specialistica. Le visite da privati a pagamento sono in costante aumento perchè la sanità pubblica italiana è in costante discesa. Cause? Tagli di personale, costi aggiuntivi elevatissimi, scarsa disponibilità di farmaci ed esenzioni ecc ecc. Altro problema sorge quando si parla di istruzione e gestione dei servizi pubblici. Insomma, in Italia nonostante la quota tasse che i cittadini pagano sia elevata, non c'è un ricambio alla pari da parte dei servizi pubblici.

Se una cosa del genere succede in altra nazione europea è molto probabile un'immediata insurrezione popolare contro il sistema malato. In Italia questo non succede... Perchè? Perchè la gente è preoccupata per altro...

Si pensi al sud Italia in primis. L'elevata presenza di associazioni criminali quali Camorra, Ndrangheta e altre mafie ha creato un sistema di inquetudine e scarsa fiducia nello Stato tali da
permettere di controllare ampi settori dell'economia dall'impresa al commercio e all'agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione a livello locale e regionale. Ed il problema reale, riguardante tutto il paese viene spostato altrove...
Questo discorso però può andare bene solo per quelle regioni ad elevata presenza mafiosa. E il resto d'Italia?

In realtà le mafie italiane hanno agito intensamente anche al centro-nord fino agli anni 90 per poi venire ridimensionate con una serie di duri colpi inflitti dall'attività giudiziaria.
Fatalità vuole che proprio nel 1989 il muro di Berlino, eterno simbolo della divisione dell'europa in due blocchi, viene abbattuto del tutto. Questo fatto amplifica notevolmente il flusso migratorio che parte dall'europa dell'est e termina in quella dell'ovest.
Negli anni '90 l'Italia comincia a conoscere la prima di una serie di immigrazioni che la caratterizzeranno: quella albanese. Come è logico gli albanesi si stabiliscono principalmente al centro-nord Italia dove l'offerta di lavoro è migliore che al sud.
Con le persone oneste entrano nel paese anche molti criminali. E comincia così un incredibile scalata alla malavita nostrana. La mafia albanese al nord possiede i monopoli della prostituzione e dell'eroina e collabora con tutte le altre mafie e in alcune zone è arrivata ad avere un vero e proprio controllo del territorio.

Attualmente i mafiosi italiani sono stimati essere un circa 250 000 persone tra affiliati e fiancheggiatori. Quelli albanesi almeno un 50 000 . Si aggiungano poi le emergenti mafia nigeriana, cinese e romena tutte operanti per lo più al centro nord e si ha che l'Italia è effettivamente battuta da delinquenti in ogni suo angolo.

Nonostante questi dati raccapriccianti, i governi odierni si dilettano al taglio di fondi e di unità alle forze dell'ordine, ultima speranza di sicurezza e controllo del territorio. Inoltre i colti ed intellettuali che ci "comandano" sembrano non sapere che genere di gente entra in Italia. Si pensi che il 40% dei ricercati internazionali romeni si trovano in Italia...
Forse che criminali della peggior specie a piede libero per il paese giovi a qualcuno?

In effetti se paragoniamo la classe dirigente alle cariche d'alto rango feudali, i cittadini comuni ai servi della gleba e i criminali diffusi ai bravi (inconsapevoli di esserlo) il tutto torna... Eccome!